Bambini: gli esami di laboratorio


di Giuseppe Montalbano

Quando un bambino accusa dolori più o meno forti agli arti o alle articolazioni, la prima cosa che le mamme ci domandano è: il bambino ha il “titolo” alto? Per titolazione, si intende la misurazione, in termini quantitativi, di una determinata sostanza presente in un ambiente. Nel caso specifico, ci si riferisce al Titolo Anti O Streptolisinico, meglio conosciuto come TAS, TAOS o ASLO, che determina la quantità di anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario contro una sostanza, la streptolisina, a sua volta prodotta da un batterio che si chiama streptococco. È un batterio responsabile di molte infezioni che interessano le alte vie aeree (faringe, tonsille), la cute, le articolazioni (reumatismo articolare acuto) e, per fortuna più raramente, i reni e il cuore.

Il riscontro di un titolo alto (nella norma non dovrebbe superare il valore di 200/250) di per sé non significa avere l’infezione in atto, il reumatismo articolare o altre peggiori complicazioni, ma dice che il nostro organismo è venuto a contatto con questo germe, molto spesso nel corso di una faringotonsillite decorsa senza particolari problemi, ed il nostro sistema immunitario ha preso le sue contromisure, producendo anticorpi specifici.
Altra situazione si ha quando, in presenza di un quadro clinico acuto, magari da poco superato, risultano elevati non solo i valori del TAS, ma anche di altri esami che tradiscono la persistenza dell’infezione.

I cosiddetti “indici di flogosi” sono la formula leucocitaria (ne abbiamo scritto nel numero precedente), la VES (velocità di eritro sedimentazione) e la PCR (proteina C reattiva) che, se alterati, assieme al TAS elevato, dicono che ancora resta un focolaio di infezione streptococcica da trattare. La terapia è necessariamente antibiotica e ad essa devono seguire controlli di laboratorio successivi, la cui normalizzazione indicherà la fine dell’infezione.
Se ad una discesa dei valori del TAS segue una sua repentina risalita, si sarà verificata una recidiva.

Pubblicato da: Redazione AZS

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