Campagna mondiale sui tumori del sangue


Una grande e lunga battaglia quotidiana, come un incontro di Boxe. Una battaglia che oggi si può vincere. È questo il messaggio chiave della campagna mondiale di sensibilizzazione ai tumori ematologici, “Make Blood Cancer Visible”, e che durerà tutto il mese di settembre.

Pur essendo molto frequenti, circa il 15% della totalità, i tumori del sangue sono infatti poco conosciuti. Per aumentarne la conoscenza, è stato ideato un video – già virale – che racconta, attraverso uno incontro di Boxe, la battaglia, la lotta quotidiana, la fatica, la pazienza, ma anche la vittoria, di coloro che hanno affrontato e combattuto con successo la malattia

La campagna è visibile anche in Italia, grazie all’impegno di Janssen in collaborazione con l’associazione UNIAMO FIMR onlus, sia sul profilo dedicato di Facebook, sia sul sito www.lmcome.it dedicato ai tumori del  sangue tra cui linfomi, mieloma e leucemie, la forma più nota tra i tumori del sangue. Questi tumori, che nell’insieme costituisco il 15% di tutti i tumori umani, sono oggi più curabili grazie anche ai progressi ed alle nuove conoscenze sulle alterazioni molecolari che sono presenti a livello genomico in questi tumori che consentono di definire specifiche sottocategorie di malati e, dall’altro, alla farmacogenomica, che ha aiutato a ‘profilare’ la terapia, definendo cioè la cura più adatta alla natura del tumore. Si apre dunque la strada verso trattamenti ‘cuciti su misura’ per ogni paziente, attuabili presso centri validati, accreditati e di alta specializzazione. “Certamente – spiega il professore Fabrizio Pane, presidente della Sie, la Società Italiana di Ematologia e direttore della cattedra di Ematologia Clinica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli – i tumori del sangue, come tutte le malattie, non si curano affidandosi a ciarlatani, pseudomedici, promotori di metodi ‘alternativi’, come dimostrato anche dalla cronaca più recente”.

Al centro dell’attenzione, oggi, anche la possibilità di individuarli in modo più rapido, ponendo la dovuta attenzione a sintomi come tumefazioni in aree del corpo superficiali, in sedi accessibili alla autopalpazione e quindi spesso scoperti dallo stesso paziente, che spesso sono di pertinenza linfonodale, sebbene alcuni siano semplicemente legati a stati infiammatori, febbricola o infezioni ricorrenti. Meno frequente è, invece, la familiarità genetica per i tumori del sangue. Ecco il motivo vero di questa campagna di sensibilizzazione.

“Al primo campanello di allarme e/o a un semplice sospetto – spiega il presidente della Società Italiana di Ematologia  – è utile effettuare un esame completo del sangue e rivolgersi dapprima al medico di medicina generale e, se del caso, successivamente a centri di alta specialità per un approfondimento diagnostico accurato e l’inizio di una terapia mirata. Ci sono, infatti, alcuni tipi di tumori del sangue, come le leucemie acute con andamento molto grave che giungono in tempi brevi in osservazione al pronto soccorso, mentre tra gli altri tipi di neoplasie ematologiche che si manifestano in modo molto più insidioso sono molto più frequenti i casi di ritardo diagnostico.

La tempestività diagnostica e terapeutica – aggiunge il professore Pane – è dunque fondamentale per garantire i migliori risultati di efficacia della cura. Sono molte le opzioni di trattamento oggi possibili: insieme alle cure più tradizionali, prevalentemente basate sull’impiego di chemioterapia, è sempre più frequente il ricorso a nuovi farmaci a bersaglio molecolare in che spesso sono combinati alla chemioterapia, comunque sempre nell’ambito di protocolli di cura già validati ed applicabili alla pratica clinica, e tali da garantire le più alte probabilità di successo”.

“I tumori ematologici condividono problematiche generali analoghe ad altri settori complessi come per le malattie rare – dichiara Nicola Spinelli Casacchia, presidente di UNIAMO FIMR onlus – quali necessità di grandi conoscenze, attenzione crescente della ricerca nel trovare migliori cure, la competenza della rete ospedaliera di assistenza garanzia della migliore soluzione terapeutica. Perciò sosteniamo questa importante campagna di sensibilizzazione e promozione”.

Dalla SIE, la Società Italiana di Ematologia, arriva una accorata raccomandazione: mai affidarsi a terapie non scientificamente approvate, tali la mettere a repentaglio l’esito della terapia, e allertarsi ai primi segnali di anomalia. 

“Fra questi segnali – aggiunge Pane – la presenza di linfoadenopatie, ovvero un ingrossamento di uno o più linfonodi superficiali, talvolta dolenti e accompagnati da una febbricola ricorrente. Linfonodi che non sono comunque sempre legati a una patologia oncologica del tessuto linfoide e/o a un tumore solido, ma la cui possibile malignità varia a seconda della sede, della dimensione, del tempo di persistenza o delle condizioni generali del paziente, ma che possono insorgere anche per stati flogistico-infiammatori o di altra natura”.

“Al primo sospetto di malattia neoplastica del sangue –continua Pane – è bene affidarsi a specialistici competenti che possono impostare percorsi terapeutici con trattamenti standardizzati e tradizionali o anche cure sperimentali a seconda dello stadio o delle caratteristiche della malattia. “Terapie che, attuate sempre nell’ambito dei protocolli approvati da AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, tutelano la vita – conclude il Presidente – senza esporla a pericoli o rischi evitabili”.

Segui la campagna su:

http://www.janssen.com/italy/

https:/www.twitter.com/janssenITA

https://www.lmcome.it/

https://www.facebook.com/LMCome/

Pubblicato da: Redazione AZS

Condividi questo servizio

Commenta questo articolo

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *