I ginecologi imparano a parlare di sesso sicuro


È la Ginecologia la prima specialistica italiana a “mettersi in gioco” sul piano della comunicazione medico-paziente, dal confronto diretto al dialogo sui social, per favorire il reale cambiamento degli stili di vita in tema di salute sessuale e tutela della vita riproduttiva. È questo l’obiettivo del primo master “Health Communication in Ginecologia” promosso dall’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) in collaborazione con l’Università IULM di Milano: insegnare ai medici a parlare di “sesso sicuro” e di infezioni a trasmissione sessuale (ITS), una vera e propria emergenza in termini di salute pubblica, ma rispetto alle quali si comunica ancora poco e con un certo imbarazzo.

Al secondo posto tra le infezioni più diffuse in Europa dopo quelle respiratorie, le ITS hanno fatto registrare in Italia oltre 95mila nuovi casi negli ultimi dieci anni, di cui il 20% nei giovani tra i 15 e i 24 anni che si affacciano alla sessualità in modo spesso disinformato. In progressivo aumento l’incidenza di clamidia, herpes genitale e papillomavirus umano (HPV), quest’ultimo causa oltre che di numerose neoplasie (in primis il cancro del collo dell’utero) anche dei condilomi, ad oggi la prima ITS per numero di visite e diagnosi nei Paesi occidentali. Sono infine tornate alla ribalta infezioni come la sifilide o la gonorrea (+79%), tutte malattie che possono causare infertilità e complicanze per la salute riproduttiva in entrambi i sessi.

“Il ginecologo ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e moltissimo dipende dalla sua capacità di affrontare l’argomento in maniera esplicita ma empatica, senza minimizzare i rischi per la salute sessuale e riproduttiva della coppia”, ha dichiarato Elsa Viora, Presidente AOGOI. “La comunicazione è quindi diventata parte essenziale del lavoro del medico che deve essere formato anche in questo campo, al di là del percorso accademico. Per questo motivo l’AOGOI ha deciso di investire le proprie risorse in un master dedicato alla comunicazione come parte integrante del proprio impegno nella formazione professionale e nella sempre maggiore umanizzazione del rapporto medico-paziente. Abbiamo scelto di partire da un tema di estrema rilevanza sociale, auspicando che a questa iniziativa ne seguano altre”, ha aggiunto Viora.

“Nella pratica clinica quotidiana il ginecologo, più di qualsiasi altro professionista della salute, ha a che fare con tematiche particolarmente delicate e difficili da gestire, in particolar modo quando ci si rivolge alle giovani generazioni. Al di là delle indispensabili competenze scientifiche, non è sempre facile trasferire i messaggi sulla salute in maniera chiara ed esaustiva, facendo sì che riescano realmente ad incidere sui comportamenti individuali. La professionalità da sola non basta in un ambito di forte impatto emotivo come la ginecologia: è necessario superare le barriere che ostacolano un dialogo diretto con le pazienti e saper comunicare in maniera empatica per indirizzare la donna e la coppia lungo un percorso appropriato di controlli e di prevenzione e promuovere l’adozione di corrette abitudini sessuali a tutte le età”, ha spiegato Carlo Maria Stigliano, AOGOI, Direttore Scientifico del Master.

Una comunicazione efficace deve fondarsi su basi rigorosamente scientifiche ma al tempo stesso essere facilmente comprensibile. “Nell’ambito dello screening e delle patologie HPV-correlate, ad esempio, i ginecologi devono essere in grado di spiegare in maniera chiara i risultati di difficile comprensione riportati nei referti e rassicurare le donne sul successivo percorso di cura, evitando di generare inutili ansie”, ha affermato Vito Trojano, presidente emerito AOGOI e vice presidente SIGO. “Una comunicazione efficace medico-paziente – prosegue l’esperto – concorre inoltre ad accrescere la fiducia e la percezione della professionalità dello specialista e della struttura sanitaria cui la donna si rivolge ed evita inutili contenziosi in sanità”.

Non soltanto il confronto aperto con le donne, ma anche il dialogo attraverso i nuovi media è parte integrante di una comunicazione efficace e di un percorso di educazione alla sessualità. “È importante esplorare anche la Rete e la nuova sfera dei Social dove il medico può trovarsi ad interagire con le donne, soprattutto le più giovani, alla ricerca di informazioni per sciogliere dubbi e perplessità su sessualità e salute al femminile. Facebook, Twitter, Whatsapp sono ormai diventati strumenti imprescindibili per relazionarsi con le pazienti e rispondere ai loro quesiti, e proprio per questo l’utilizzo delle nuove tecnologie comunicative sarà al centro del percorso formativo offerto ai ginecologi”, ha spiegato Mauro Ferraresi, IULM, Direttore Scientifico del Master.

“I recenti episodi di disinformazione e le polemiche sulle vaccinazioni non hanno fatto altro che sottolineare l’importanza della buona comunicazione di cui i ginecologi devono farsi promotori. Una comunicazione diretta e franca con le pazienti: con le pazienti più giovani che si affacciano alle prime esperienze sessuali, con i genitori dei giovani adolescenti per fare corretta informazione sulle possibilità di prevenzione offerte, ad esempio, dalle vaccinazioni, infine con le donne adulte e i loro partner per promuovere una sessualità e una genitorialità consapevole”, ha affermato Antonio Chiàntera, segretario nazionale AOGOI.

Pubblicato da: Redazione AZS

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