La Gioconda aveva il colesterolo alto?


Al Museo del Louvre di Parigi, dinanzi alla famosa Gioconda dipinta da Leonardo da Vinci nel 1505,  ci si sofferma a lungo estasiati, magicamente pervasi dall’ambiguo sorriso e dalla perfezione dei tratti del suo viso; magari chiedendoci sommessamente se fosse realmente Monna Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Gioconda o di qualche altra fascinosa donzella. Ma a nessuno viene mai di pensare… al suo stato di salute…
Eppure, v’è stato un medico giapponese – per la storia Haruo Nakamura -, che dopo aver diligentemente assolto al proprio compito di turista, fotografando ripetutamente e da più angolazioni, il celebre dipinto, è voluto andare oltre. Per una sorta di “deformazione professionale” si è soffermato a guardare gli occhi della Gioconda, concentrandosi, in particolare, sul sinistro: difatti, proprio in corrispondenza del punto di contatto tra la palpebra inferiore e la radice del naso della donna ha notato la presenza di una piccola macchia rilevata, di colore giallastro. E gli è venuto subito in mente un nome: “xantelasma”.
Nella terminologia medica il xantelasma è una piccola raccolta sotto la pelle (frequentemente delle palpebre) di una sostanza grassa costituita in gran parte da colesterolo. Il che, anche se non necessariamente, può essere indice di un indebito aumento del colesterolo nel sangue, che, com’è noto a tutti, costituisce un importante fattore di rischio per l’arteriosclerosi.
Il bravo medico giapponese ha allora avanzato l’ipotesi che la Gioconda avesse il colesterolo alto e che, quindi,  nella sua vita possa essere stata anche vittima di un infarto del miocardio.
Certo,  nessuno può dire se Nakamura abbia torto o ragione. Il fatto è che nel 1500 – all’epoca di Leonardo – nessun medico aveva mai sentito parlare di colesterolo e di infarto (pur esistendo questi da milioni di anni), sia perché le nozioni di fisiologia e di patologia cominciavano, solo a quel tempo, a distaccarsi da quelle risalenti al tempo degli antichi Romani (!) sia perché non si avevano strumenti e metodi per accertarli clinicamente. Perciò, quando si va a visitare il Louvre, è assai più saggio limitarsi a sostare in silenzio dinanzi al bell’ovale di Monna Lisa (qui riprodotta in un originale francobollo bulgaro del 1980), ammirarne la dolcezza, senza non farsi angosciare da brutti pensieri come il colesterolo e l’infarto.

Pubblicato da: Redazione AZS

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