Medicina estetica.
Valore terapeutico



di Emanuela Medi

La bellezza non conosce crisi: né in Italia né nel mondo. Lo scenario globale evidenzia un continuo aumento del personal care, la cura di sé, che continuerà anche nei prossimi anni. Le stime indicano un più 4 per cento dal 2008 al 2017, con una segmentazione di mercato che vede al primo posto i prodotti per la cura della pelle (23 per cento), seguiti da quelli per i capelli (15 per cento) e per l’igiene personale (12 per cento). La ripartizione delle aree geografiche vede al primo posto l’Europa con un 36 per cento, seguita dalla zona Asia-Pacifico (32 per cento) e America (30 per cento).

Ma quale la situazione della cosmetica nel nostro Paese? Per fortuna, si registra molto export. «Il rapporto export-produzione è pari al 34 per cento – dice Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi Cosmetica Italia – tanto da far crescere il fatturato cosmetico globale, mentre dobbiamo registrare un mercato interno in diminuzione. Stabile la vendita nelle farmacie, a discapito delle profumerie, segno che gli italiani hanno fiducia nella figura del farmacista e nei suoi consigli».

Non conosce crisi la medicina cosmetica, che vede nelle donne ancora le vere protagoniste. Pragmatiche, esigenti, scelgono un trattamento estetico come farebbero per un bene di consumo. È quanto emerge da un’indagine europea su 12 mila donne di età compresa tra i 30 e i 60 anni commissionata da Galderma, leader mondiale in dermatologia e presentata al recente congresso della Sies (Società Internazionale di Medicina e Chirurgia Estetica).

Prima di decidere, le donne contattano più centri estetici, confrontano i prezzi proposti, i tipi di trattamento, per ottenere il massimo delle informazioni (49 per cento). Decidono quasi sempre da sole e, per l’85 per cento, sono anche più fedeli al trattamento cui si sono sottoposte che al medico, in generale con un alto grado di soddisfazione. Insomma, si rafforza la tendenza della medicina estetica personalizzata dove emerge il ruolo fortemente decisionale della donna.

La medicina estetica segna un altro importante punto a suo favore: il valore terapeutico in oncologia. Il congresso della Sies ha dato grande spazio al tema. «Il tumore – dichiara Stefano Gastaldi, psicologo e psicoterapeuta, responsabile scientifico dell’Associazione Attivecomeprima – è un trauma che irrompe nelle vite delle persone sconvolgendole. La pelle non è solo il testimone della salute e della bellezza fisica, ma anche di quella psicologica: è un manifesto della nostra vita interiore. Risolvere o perlomeno mitigare gli effetti iatrogeni di una neoplasia non è un palliativo, è una cura».

«Il valore terapeutico della medicina estetica ha ancora molte resistenze tra i medici – afferma Fulvio Tomaselli del servizio ambulatoriale in medicina estetica dell’ospedale “Fatebenefratelli” di Roma –. Un buon punto di partenza potrebbero essere i comitati etici degli stessi ospedali». Indiscussi re della bellezza sono il botulino (ufficialmente riconosciuto dall’AIFA come sostanza adatta alle piccole rughe attorno agli occhi) e l’acido ialuronico, la cui formulazione in gel iniettabile ha raggiunto la ragguardevole cifra di 20 milioni di trattamenti nel mondo.

I filler sono stati uno dei più grandi successi della medicina estetica degli ultimi anni, grazie alla loro capacità di ringiovanire il viso in pochi minuti, conferendo al volto un aspetto sano e un’espressione riposata e sono gli interventi più frequentemente richiesti, graditi dalle donne e praticati nel mondo.

«Il perfezionamento di materiali e tecniche iniettive – sostiene Paola Russo, vicepresidente della Sies e medico estetico – consente oggi di trattare una delle zone più delicate degli occhi, il solco lacrimale e il solco palpebromalare. Questa è la parte del viso più difficile da trattare perché la pelle è sottile, povera di collagene e sollecitata dall’incessante movimento delle palpebre (più di diecimila battiti al giorno) e predisposta all’invecchiamento precoce. Piccoli “tocchi” di acido ialuronico, infiltrato in piccolissime gocce in profondità attraverso una micro cannula, sono capaci di rimpolpare le depressioni, distendere le grinze della cute e ridurre l’area d’ombra che accentua le occhiaie».

Le novità presentate al congresso sono state molte: tra queste, il lifting dinamico in cui il paziente, durante l’intervento, resta cosciente e può collaborare eseguendo i movimenti che il chirurgo di volta in volta gli chiede di fare. Questo consente allo specialista di intervenire in modo più mirato, attento e personalizzato.
E poi apparecchiature come il Dermo Ablation Surgery, dotato di un elettrodo a punta che emette luce al plasma fredda per l’eliminazione di capillari, verruche, xantelasmi e altre neoformazioni benigne che possono essere tolte in modo del tutto indolore e con tempi di recupero molto veloci.

Ma tra tante note positive una nota dolente la sottolinea Maurizio Priori, presidente della Sies: «Purtroppo, la professione del medico estetico non è ancora ufficialmente riconosciuta, aspettiamo le prossime direttive europee nel 2014. L’assicurazione obbligatoria è imminente, così come i rapporti con le altre società per la definizione delle figure professionali che possono esercitare la medicina estetica. Le nostre battaglie continuano».

Pubblicato da: Redazione AZS

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