Meningite: i risultati di un’indagine Censis sulla popolazione siciliana


Secondo un’indagine Censis sulla popolazione siciliana, oltre il 90% dei cittadini afferma di sapere cos’è la meningite. Quell’infiammazione, provocata da virus o batteri, che attacca il midollo spinale e le membrane che avvolgono il cervello, ma solo il 26% risulta essere bene informato sui rischi che l’infezione comporta. La maggioranza,  non sa che oltre il 10% delle persone che vengono colpite da meningite muore anche se la malattia è stata diagnosticata e trattata subito. Non sa che se non curata precocemente la mortalità sale al 70-90 per cento. Non sa che il 30% dei pazienti che sopravvivono riporta conseguenze talora irreparabili come deficit neuromotori, sordità, problemi alla vista, con un costo umano, sociale e sanitario elevatissimo.

La meningite colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni di età, i giovani tra i 18 e i 24 e gli anziani ed ha una progressione molto rapida: gli esiti si verificano, generalmente, tra le prime 24-48 ore. Quelle da meningococco sono le più comuni in età pediatrica, con circa il 90% dei casi segnalati ogni anno.

Dal lavoro Censis, emerge anche che il 60% dei siciliani è cosciente che la patologia si trasmette per via respiratoria, ma solo il 30,9% sa che si può contrarre anche attraverso il contatto con oggetti contaminati. E c’è un 16% di genitori che ha deciso di non sottoporre a profilassi vaccinale contro la meningite i propri figli. Perché? Mancanza di fiducia nelle vaccinazioni, perché il pediatra non ha mai accennato alla necessità di vaccinare i piccoli per la meningite. E, purtroppo, c’è un 6,4% che dà la colpa della mancata vaccinazione dei figli al pediatra che non l’avrebbe consigliata.

Un fatto è però innegabile: nonostante la pericolosità e la letalità dei batteri (la meningite da virus, di solito, ha un decorso clinico più lento e più favorevole), in Sicilia, la vaccinazione antimeningococco non decolla come dovrebbe. A fine 2015 si è raggiunta una copertura di appena il 60,2%, contro un valore atteso del 95%. E dietro di noi c’è solo la Campania col 50,4. Vogliamo parlare del Veneto? Ecco: 90,54%, mentre la Lombardia, il Piemonte e la Basilicata sfiorano l’86%, l’Emilia Romagna si attesta all’85,4% e la Calabria all’83,59.

In Sicilia, alla fine del 2015 si è registrato un aumento di appena 3 punti rispetto all’anno precedente, dovuto sostanzialmente a tre Asp: Messina, Palermo e Trapani), tutte le altre sono andate male.

Agrigento ha vaccinato contro il meningococco il 75,3% degli aventi diritto, contro l’80,5% dell’anno precedente. Caltanissetta ha raggiunto una copertura del 63,9 (anno precedente 65,39. In calo anche Catania 41,5 (45,5), Enna 67,5 (74,6), Ragusa 82,2 (83,0) e Siracusa (57,9 (59,3). In aumento invece Messina 49,3 (46,5), Palermo (65,5 (60) e Trapani 82,6 (77,3).

Eppure, la Regione Siciliana ha predisposto un piano vaccinale di grande portata. Prevede la vaccinazione gratuita contro il meningococco col vaccino quadrivalente coniugato, contenente i tipi A,C,W135,Y ed ha ampliato l’offerta aggiungendo il meningococco di tipo B (provoca circa l’80 per cento dei casi in Europa), a tutti i nati nell’Isola a partire dal 2015. In sostanza, viene così coperta tutta la gamma meningococcica. Inoltre, da pochi mesi, ha esteso gratuitamente la quadrivalente a chi non è vaccinato ed è in grado di documentare un soggiorno in Toscana, a tutti gli operatori impegnati nelle operazioni di soccorso sanitario e alla popolazione di 12-30 anni, in seguito ai casi di meningite verificatisi quest’anno su due giovani donne (22 e 23 anni), frequentatrici della movida palermitana.

“Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora occorre convincere i genitori a vaccinare i propri figli, mettendoli al riparo dal rischio di contrarre la temibile malattia”, osserva il dottore Mario Palermo, responsabile del servizio 4 Igiene pubblica e rischi ambientali dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana.

Interviene Salvatore Margherita, segretario regionale della Federazione italiana medici pediatri. “Si vaccina poco perché la gente è confusa. Ascolta tante voci,  rimane perplessa, mentre dovrebbe fidarsi di una sola voce: quella della scienza che lotta per la vita”.

“Un contagio da meningococco – aggiunge il pediatra – può tradursi in una disgrazia, disgrazia che si può evitare con la vaccinazione quadrivalente, che mette al riparo contro i ceppi di meningococco più pericolosi, mentre i nati dal 2015 in poi potranno essere coperti anche contro il meningococco di tipo B, una forma particolarmente aggressiva. Le Istituzioni sanitarie siciliane stanno facendo molto nella lotta alla meningite, ora occorre che altrettanto facciano i genitori”.

Pubblicato da: Carmelo Nicolosi

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