Nuova protesi per il ginocchio


È un piccola grande rivoluzione nel campo dell’ortopedia, che consente un approccio meno invasivo e doloroso per il paziente, e migliora drasticamente il decorso postoperatorio e riabilitativo. La protesi ‘salvacrociato’, frutto della ricerca italiana e già disponibile in molti centri pubblici e convenzionati con il SSN, è un impianto per il ginocchio di nuova generazione, che, grazie alla forma a ferro di cavallo, permette di conservare intatta la zona ossea di inserzione dei legamenti crociati. Su questa struttura metallica sono poi agganciati due inserti in polietilene che simulano i menischi naturali. La protesi si completa con una componente femorale studiata in modo da consentire la completa estensione dell’arco di flesso del crociato anteriore, senza rischi di conflitto con le altre componenti. I maggiori vantaggi si registrano nei tempi di ricovero che si sono abbassati a non più di 24-36 ore, grazie alla riduzione delle complicanze e al dolore post-operatorio. Restano invece invariati i tempi di riabilitazione, quantificati in una ‘full immersion’ di 5-6 settimane in esercizi di recupero prima di avere la piena e autonoma ripresa delle attività professionali e socio-relazionali. La nuova protesi è stata presentata a Roma, a margine del Congresso nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia che si conclude il 25 novembre.

«Gli interventi di protesi del ginocchio – spiega il prof. Ciro Villani, ordinario di Ortopedia e traumatologia all’Università ‘La Sapienza’ di Roma – sono in costante crescita, con un aumento di circa il 10% l’anno. Parliamo oggi di circa 70 mila impianti anno. Oltre ad essere aumentato il numero di persone sottoposte a questo tipo di intervento, si è anche abbassata la fascia di età interessata: l’età media si aggira ancora dai 65 anni in su, ma si stanno crescendo gli interventi sulla popolazione più giovane»

Pubblicato da: Redazione AZS

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