Intervista al Professore Umberto Esposito



di Valentina Busiello

Medici di Straordinaria Eccellenza, Unita’ Operativa Odontostomatologia, il Direttore Umberto Esposito e la sua equipe di Medici professionisti. Il Professore Umberto Esposito si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II nel 1981, specializzato in Odontostomatologia nel 1986, Direttore dell’Unità Operativa a Struttura Complessa di Odontoiatria dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli di Napoli dal 1999. Autore di oltre 100 pubblicazioni inerenti la branca, relatore a congressi nazionali ed Internazionali. Ha praticato stage di chirurgia implantare presso l’Università di Goteborg (SVE ) e Boston ( USA ). Ha partecipato a numerosi protocolli di ricerca nell’ambito della chirurgia implantare, socio fondatore e socio attivo di varie società scientifiche.

Professore Umberto Esposito, lei ha un curriculum ed un’esperienza di straordinaria qualità, ci parla della sua specialità ?

Il mio campo di interesse è esteso a tutta l’odontoiatria, in particolar modo ho dedicato l’attività ospedaliera all’interno dell’AORN A. Cardarelli di Napoli, sono ormai 38 anni, alla presa in carico e alle terapie odontoiatriche nei pazienti con fragilità sanitaria. Mi occupo principalmente di Implantologia, rigenerazione ossea e parodontologia, ambito nel quale ho attuato protocolli di ricerca e altri sono in itinere per alcune aziende in Italia produttrici di impianti, con relative pubblicazioni su riviste con un forte impatto.

Nel 1999, diventato primario, ho sentito l’esigenza di creare una struttura di odontoiatria all’avanguardia che fosse un riferimento per i pazienti disabili. In collaborazione con l’U.O. Complessa di Anestesiologia e OTI della medesima Azienda Ospedaliera è stato allestito un protocollo di Sedazione farmacoindotta per il trattamento in camera operatoria dell’enorme fascia di pazienti disabili non collaboranti. Questa tecnica anestesiologica prevede la sedazione dei pazienti con farmaci iniettati per via endovenosa in grado di indurre uno stato di sedazione più o meno profondo (continuamente monitorato dall’anestesista) che ci consente di effettuare le procedure odontoiatriche di cui il paziente ha bisogno. I vantaggi sono legati al fatto che il paziente ha un risveglio immediato, non ricorda nulla delle procedure effettuate e può essere dimesso in tempi molto brevi (qualche ora dopo) evitando il ricovero ordinario che per questi pazienti è di difficile gestione, soprattutto per i familiari. In un lavoro di squadra come questo il compito di ognuno di noi è fondamentale e quello degli anestesisti è di grande pregio e professionalità.

Nello stesso periodo, grazie alla sensibilità della nostra Direzione strategica, sono stati ristrutturati i locali della nostra U.O. prevedendo una camera operatoria “dedicata” perfettamente organizzata e a norma, fornita, ed è questa la peculiarità del nostro servizio, di apparecchi elettromedicali che consentono di effettuare le cure conservative per il recupero degli elementi dentari non ancora distrutti, oltre alle sole terapie estrattive come si era costretti a fare nel passato. Come sempre”, le idee camminano sulle gambe degli uomini” e in questo percorso ho avuto la fortuna di essere sostenuto da colleghi di alto profilo professionale e umano, doti fondamentali per l’approccio e la presa in carico di questa particolare e delicata categoria di pazienti . Nel 2000, dopo 10 anni di attività come dirigente medico presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, è entrata a far parte della nostra U.O. la dott.ssa Paola Salerno, responsabile da subito di questa linea di attività in virtù dell’esperienza precedentemente maturata. È stato un percorso articolato, non semplice, ma dopo 20 anni di un’attività scandita da una costanza d’impegno, una quotidiana condivisione dell’ organizzazione e della risoluzione delle eventuali criticità e sostenuti dalla gratificazione dei familiari dei pazienti , siamo arrivati ad avere più di 5.000 casi trattati .

Le patologie dei pazienti che afferiscono alla nostra U.O. sono prevalentemente caratterizzate da ritardi psicomotori, sindromi malformative disgenetiche, pazienti autistici, cerebrolesi da ipossia neonatale, ma ormai sempre in aumento anche pazienti affetti da disabilità acquisite per esempio: Alzheimer, SLA, patologie neurodegenerative croniche ecc. Alle patologie di base, spesso, sono correlate altre patologie quali: epilessia, cardiopatie malformative o funzionali, allergie che arricchiscono ed amplificano il quadro clinico di questi pazienti.
In virtù dei rapporti di interdisciplinarietà all’interno della nostra Azienda Ospedaliera, siamo i consulenti interni (nella persona della dott.ssa Paola Salerno) per la Rete delle Malattie Rare dell’AORN Antonio Cardarelli, Referente il dott. Aldo Filosa. In molti di questi pazienti infatti la risoluzione della eventuale patologia odontoiatrica richiede un ambiente “protetto” quale quello ospedaliero, per la gravità dei rischi correlati alla sindrome di base.

Lavorare in una grande Azienda come la nostra ci consente di potere usufruire al meglio delle “Specialità” presenti, garantendo ai nostri pazienti, laddove è necessario, tutte le consulenze opportune al fine di garantire che le procedure avvengano nella massima sicurezza possibile.
E’ un’attività di grandissima soddisfazione professionale, di enorme impatto sociale. Abbiamo la casistica più alta d’Italia Meridionale, siamo diventati Centro di riferimento in Campania per la SIOH (Società Italiana di Odontoiatria per l’handicap), coordinatrice regionale la dott.ssa Paola Salerno. La SIOH è una società composta da professionisti sia dei settori pubblici (ospedalieri, universitari) che privati, che con dedizione e altissima professionalità, si occupano in tutta Italia di questo tipo di problematiche. Lo spirito di fondo della SIOH, e quindi il nostro, è da sempre , alleviare le sofferenze odontoiatriche in una fascia di persone già così profondamente colpite dalla malattia di base . Lo spirito è dunque in prima battuta altamente “conservativo”, vale a dire cercare di recuperare nei limiti del possibile gli elementi dentari compromessi, effettuare sedute di ablazioni del tartaro, e riservare le estrazioni solo agli elementi dentari non più recuperabili . Per tutti i nostri pazienti sono state allestite delle “schede personalizzate” e ogni sei mesi vengono sottoposti a visite di controllo per potere programmare i nuovi ingressi e portare avanti il discorso della prevenzione .

Purtroppo nel passato si effettuavano solo bonifiche del cavo orale, cioè estrazioni dentarie, per cui abbiamo ragazzi che non hanno più elementi dentari e per i quali non è stato possibile (in quanto non collaboranti) prevedere una riabilitazione protesica. Questo è il nodo che stiamo cercando di risolvere,
il futuro è questo: prevenzione, cure e possibilità di riabilitazioni protesiche . Le tecniche si sono molto evolute e possiamo disporre di apparecchiature che riducono i passaggi e che sono poco invasive e potrebbero consentirci di riabilitare , sia pure parzialmente, senza accanimenti terapeutici, questa delicata fascia di pazienti restituendo loro la funzionalità persa dell’organo della masticazione. L’esistenza di un U.O. di Odontoiatria in una Azienda ospedaliera quale è il Cardarelli è resa necessaria per il trattamento odontoiatrico di tutta la fascia di pazienti con fragilità sanitaria ,quindi parallelamente al trattamento dei pazienti disabili,da sempre la nostra U.O. si occupa di prendere in carico i cosiddetti “pazienti a rischio”.

Cardiopatici, Vasculopatici, Oncologici, Allergopatici, Immunodepressi, pazienti in bilancio Pre-Trapianto, Post-Trapianto, pazienti Emofiliaci, pazienti Ematologici, pazienti con problemi di Coagulazione, tutte le tipologie di pazienti che non possono essere sottoposti all’esterno a terapie chirurgiche, o odontoiatriche e che necessitano di un ambiente protetto quale è quello di una struttura come la nostra che insiste all’interno della più grande Azienda Ospedaliera dell’Italia meridionale. Avremmo bisogno soprattutto di forze nuove, perché è un lavoro impegnativo da portare avanti. Siamo in 3, io sono il Direttore dell’Unità Operativa, la Dottoressa Paola Salerno che è dedicata particolarmente, ed è la responsabile della linea di attività sui pazienti disabili cerebrolesi, il dottore Marasca prevalentemente dedicato alla fascia di pazienti a rischio.

La dott.ssa Paola Salerno afferma: “Abbiamo in sala operatoria un letto di ultima generazione con una capacità di carico che ci consente di poter trattare pazienti disabili obesi superiori ai 200 kili, dotato di una movimentazione elettronica, per assumere tutte le posizioni che sono più comode all’atto della procedura senza dover spostare il paziente continuamente, e poi con l’ausilio dello scivolo si evita che vengano strattonati trasferendoli dalla barella al letto e viceversa.
In questo lavoro “c’è una grande passione, un grande ritorno di gratitudine da parte delle famiglie”, potere risolvere problematiche in ragazzi disabili non ha la stessa valenza del risolverle in pazienti normali.”

Il personale infermieristico è formato dalla coordinatrice Sig.ra Susi Provenzale una persona di grandi capacità organizzative e di profondo spessore umano. Il personale infermieristico è composto dalla Sig.ra Rita Riccio responsabile della sala operatoria, Genoveffa Franco, Giuseppina Migliardi, Marica Migliore formate in lunghi anni di esperienza sul campo.
Professore Umberto Esposito, nel prossimo congresso dove la troviamo ?
Sono a Riccione, questo prossimo febbraio, con la Società Italiana di Odontoiatria per l’handicap, siamo tra i 140 coautori ed orgogliosi di esserlo di un libro per la SIOH (Società Italiana di Odontoiatria per l’handicap), “Manuale di odontoiatria speciale”, rivolto a tutti i professionisti interessati a operare nel campo della odontoiatria dedicata ai pazienti affetti da disabilità e presentato a Torino al Congresso Nazionale della Società.

Le problematiche principali sono la carenza sul territorio di più strutture adeguatamente organizzate per potere sopperire alle richieste del grande numero di pazienti, questo porta inevitabilmente a liste di attesa lunghe, che in parte siamo riusciti a ridurre grazie ad ingressi di camera operatori anche di pomeriggio .

Il futuro potrebbe essere quello di lavorare in “rete” con il territorio, secondo il modello HUB e SPOKE, selezionando i pazienti in base al grado di collaborazione: quelli nei quali è possibile effettuare le comuni procedure di prevenzione e di cura secondo le tecniche convenzionali , vale a dire alla poltrona, negli ambulatori territoriali; quelli che invece hanno bisogno di procedure complesse e non hanno alcun grado di collaborazione nella struttura ospedaliera competente.

Un’attenta valutazione del grado di collaborazione del paziente affetto da disabilità, frutto di esperienza personale, di sinergia tra l’equipe medica e infermieristica formata, di un corretto approccio psicologico e di specifiche tecniche comportamentali di desensibilizzazione, può portarci a ottenere, in un buon numero di casi, la massima collaborazione possibile alle cure odontoiatriche alla poltrona, contribuendo a migliorare la qualità di vita di questi già provati pazienti. L’ingresso di camera operatoria viene programmato solo per i casi (purtroppo in maggior numero) di assoluta mancanza di collaborazione.

Professore Esposito, un augurio per il futuro?
Continuare a formare dei giovani colleghi che possano continuare questa attività.

Pubblicato da: Redazione AZS

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