La Pompadour
La volpe perde il pelo



di Luciano Sterpellone

 Il nome di Pompadour (Jeanne Antoinette Poisson), la storica amante del Luigi XV di Francia, evoca istintivamente l’immagine di una donna fascinosa e irresistibile, quale  sembra risaltare da alcuni quadri. Ma in realtà, chi l’ha vista quando non aveva ancora 36 anni (in teoria, all’acme dello splendore) la descrive in modo diverso: «Che decrepitezza, che degenerazione di forme! Si seppellisce sotto un crostone di biacca e di rossetto e si illude di nascondere le rughe che già le solcano il volto… Il suo sorriso è una smorfia, il suo languore di un tempo non è che decadimento. Ha ancora gli occhi belli e grandi, ma quale sguardo esce da quelle caverne!ۚ».

Dopo aver faticato non poco per divenire una delle donne più potenti di Francia, Jeanne Antoinette, marchesa di Pompadour, si accorge di essere malata di tubercolosi polmonare estesa agli annessi uterini (utero e ovaie). Nel frattempo, gli stessi medici hanno doverosamente messo a parte l’augusto amante del pericolo di contagiarsi anche lui, tant’è che, riportano le cronache, «da più di quattro anni il re non ha più rapporti intimi con la Pompadour, la quale non è più altro che una dama di compagnia». E ancora: «Per ordine dei medici, il re fu obbligato a rompere ogni rapporto intimo con lei, e a rinunciarvi per sempre».

In realtà, le roi ha poco da perdere: a soli 28 anni, la Pompadour ha un colorito giallastro e molti denti cariati. In un ritratto piuttosto veritiero del pittore La Tour, appare pallida, la pelle secca, occhiaie profonde; e già deve ricorrere agli afrodisiaci per stimolare il partner. Per di più, negli anni, la malattia avanza minando il suo fisico, le febbri divengono sempre più frequenti, la tosse spossante, il catarro soffocante, l’espettorato venato di sangue.

Ma anche in queste condizioni, non si dà per vinta. Invece di “darsi una calmata”, moltiplica in modo frenetico ogni attività: di ricevimenti, di economia, di politica. È proprio in questo periodo che esercita nel modo più decisivo la propria influenza sulle vicende politiche e militari della Francia, riuscendo addirittura a concludere l’alleanza tra i Borboni e gli Asburgo, e a realizzare la mediazione tra il Clero e il Parlamento di Parigi. Né ha alcuna voglia di rinunciare alla propria sessualità: sembra quasi che la tubercolosi ne stimoli non solo l’intelletto, ma anche il fisico. Così, sfruttando abilmente la preziosa esperienza di seduttrice raccolta nel passato, riprende a “fare strage” di diplomatici, ministri e sottosegretari, ben consci dei vantaggi che possono derivarne.

Ma ormai la malattia ha impietosamente preso il sopravvento: la tosse e le febbri non l’abbandonano più. E il 15 aprile 1764, subito dopo aver ricevuto nel palazzo di Versailles il direttore generale delle Poste, la Pompadour muore improvvisamente – a 43 anni – per una “crisi di soffocamento”.

Quando da dietro i colorati vetri battuti dalla pioggia Luigi XV vede il feretro allontanarsi verso il cimitero, si gira verso i suoi e soggiunge laconicamente: «Che brutto tempo ha scelto la Marchesa per il suo ultimo viaggio!».

Pubblicato da: Redazione AZS

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