Nella donna l’infarto può presentare caratteristiche differenti per sede e tipologia con una maggior presenza di sintomi non specifici e spesso ignorati. «Questo è uno dei motivi per cui, generalmente, le donne si recano in ospedale più tardi rispetto agli uomini – afferma Giovanni Battista Zito, Presidente ARCA, Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali – Anche se il dolore toracico rimane un sintomo cruciale, nella donna l’infarto si può presentare, ad esempio, con dolore alle spalle, alla schiena, alla mandibola oppure con respiro corto e affannoso, stanchezza profonda, nausea e vomito».
Ma quanto ne sanno le donne? A questo proposito Eikon Strategic Consulting ha intervistato un campione di donne tra i 40 e i 60 anni statisticamente rappresentativo della popolazione italiana femminile di questa fascia d’età, per comprendere le percezioni delle donne in relazione alle malattie cardiovascolari. Ne emerge un quadro caratterizzato da luci e ombre. 8 donne su 10 (il 76%) non sanno che le malattie cardiovascolari e l’infarto sono la loro prima causa di morte, mentre il 68% ritiene che siano un problema tipicamente maschile.
Il sintomo cruciale dell’infarto, il dolore toracico, è correttamente indicato dal 71% delle intervistate ma la maggioranza delle donne non sa che i segnali di allarme possono essere diversi dall’uomo e meno della metà è in grado di riconoscere gli altri sintomi non specifici. Il risultato è che mediamentesolo quattro donne su dieci si sono rivolte a un medico pur avendo accusato una serie di sintomi che potrebbero essere classificati come possibili segnali di allarme dell’infarto. Infine, le donne intervistate dichiarano di riuscire a tenere sotto controllo molti di quelli che ritengono fattori di rischio per l’infarto, come ad esempio la pressione arteriosa, il colesterolo e il fumo. Più difficile controllare lo stress, il carico di lavoro e le responsabilità (per il 75%).
Il riconoscimento di differenze di genere gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione della malattia cardiovascolare.
«Sebbene i tradizionali fattori di rischio siano comuni tra uomini e donne – afferma Bruno Biasioli, presidente SIPMeL, Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio – vi sono significative differenze nei due sessi per prevalenza e significato clinico, come succede ad esempio per il diabete, la pressione arteriosa sistolica, la colesterolemia, lo stato ormonale e alcuni marker infiammatori».
«Ogni donna, soprattutto dopo la menopausa, dovrebbe conoscere il proprio profilo di rischio e fare più attenzione ai segnali del proprio corpo –prosegue Ferruccio Ceriotti, Presidente SIBioC, Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica – Non dimentichiamo che il 51% delle donne italiane in menopausa soffre di ipercolesterolemia, il 58% è ipertesa, il 12% è diabetica, il 67% è in sovrappeso o risulta obesa e il 18% è fumatrice».
«Come partner di questa importante iniziativa, siamo orgogliosi di poter dare il via a Vivi con il Cuore, campagna promossa da Abbott con il patrocinio di SIC, ARCA, SIPMeL e SIBioC, con l’obiettivo di contribuire a sviluppare una maggiore consapevolezza verso le malattie cardiovascolari nelle donne – conclude Stefano Zangara, Direttore Risorse Umane di Abbott Italia – La buona notizia, infatti, è che queste malattie sono in gran parte prevenibili attraverso l’adozione di stili di vita sani e una corretta informazione».