In Italia rappresenta il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni e registra oltre 11.000 nuovi casi ogni anno. Si tratta del melanoma cutaneo, una forma aggressiva di tumore della pelle che ha origine nelle cellule che producono il pigmento della cute.
«Il melanoma è – afferma Francesco Ferraù, direttore UOC Oncologia Medica, Ospedale San Vincenzo di Taormina – un tumore molto diffuso nelle fasce d’età giovanili, senza particolari distinzioni tra uomini e donne, e nella sola regione Sicilia riguarda circa 700 nuovi casi ogni anno, con una “prevalenza” di circa 4.500 casi.
Le condizioni predisponenti all’insorgenza della patologia sono sia di tipo genetico, come il colore degli occhi e dei capelli, colore chiaro della pelle e tendenza a non abbronzarsi, sia di tipo ambientale, principalmente dovute all’esposizione alla luce solare.
Esposizioni di breve durata ma intense e che si ripetono nel tempo – avverte Ferraù – sono la principale causa di insorgenza di melanoma. Per questo motivo si consiglia una corretta esposizione ai raggi solari, attenzione ancor più importante nelle regioni meridionali dove l’esposizione ha dei livelli di intensità e di durata particolarmente accentuati. La prevenzione gioca, dunque, un ruolo fondamentale nel melanoma, in considerazione del fatto che il tumore colpisce una parte del corpo “visibile”».
In merito alla prevenzione secondaria, infatti, è di grande aiuto la regola del “ABCDE” che invita a valutare nei ed eventuali pigmentazioni della pelle secondo i parametri di:
asimmetria – A;
bordatura – B;
colore – C;
diametro – D;
evoluzione – E.
Per la completezza della diagnosi clinica è poi fondamentale una visita specialistica supportata dalla dermatoscopia.
In alcuni tipi di melanoma, detti “sottili” (il cui spessore, misurato al microscopio, è inferiore ad un millimetro) l’intervento chirurgico permette l’asportazione del tumore e la guarigione. Tuttavia, se non diagnosticato in tempo e non trattato, il melanoma passa ad uno stadio avanzato e può anche estendersi ad altri organi. Si parla in questo caso di melanoma metastatico, con prognosi non favorevole, per il cui trattamento si affacciano in questi anni nuovi approcci terapeutici frutto della ricerca scientifica.
«La guarigione nei melanomi sottili – precisa Francesco Ferraù- è stata possibile anche grazie ai grandi miglioramenti nella diagnostica, sempre più precoce. Ci sono comunque melanomi più aggressivi per la cura dei quali l’oncologia medica ha visto una vera e propria rivoluzione negli ultimi anni. Si tratta di tumori con pattern molecolari alterati sui quali oggi è possibile intervenire con due diversi approcci: l’inibizione mirata di questi pathway molecolari, grazie alle terapie target, o la stimolazione di una risposta immunologica».
Approcci terapeutici innovativi, attorno ai quali c’è grande aspettativa, che sono in questi anni al centro del dibattito oncologico e di ricerca scientifica.
«Si parla di innovazione sia in termini di regressione della malattia sia in termini di sopravvivenza per i pazienti. Basti pensare per esempio che con l’impiego di farmaci a bersaglio molecolare, in combinazione, circa il 70% dei pazienti riesce a sopravvivere per un anno, mentre – conclude Ferraù – con i trattamenti tradizionali la media di sopravvivenza era di soli sei mesi».