Decidere i ricoveri dei pazienti con sintomi da COVID-19 anche sulla base dell’osservazione diretta e non solo attraverso criteri prognostici; non utilizzare nelle fasi iniziali farmaci steroidei, utili invece nelle fasi evolutive della malattia; privo di evidenze l’uso di idrossiclorochina, sia per i pazienti curati a casa che per quelli ospedalizzati; sì all’uso degli anticorpi monoclonali nei pazienti non ricoverati ad elevato rischio di progressione della malattia, mentre non è raccomandato l’uso sui pazienti ricoverati.
Sono alcune delle raccomandazioni contenute nelle prime Linee Guida Italiane per la gestione dei pazienti adulti con COVID-19 al di fuori delle terapie intensive, messe a punto dalla Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITA) e dalla Società Italiana di Pneumologia (SIP) e appena pubblicate sulla rivista Infectious Diseases and Therapy. Le Linee Guida, basate sull’analisi rigorosa e metodologica della letteratura scientifica internazionale, rispondono a 10 domande chiave sulla gestione del COVID-19 che abbracciano tutto il percorso di cura dei pazienti al di fuori delle terapie intensive, dalla scelta sull’invio in ospedale, alle terapie da somministrare a casa o in ospedale fino ai criteri per la dimissione dall’ospedale.
«Queste Linee Guida, le prime emanate a livello nazionale, sono il contributo che l’Italia mette a disposizione della comunità scientifica internazionale per la gestione del COVID-19: a diciotto mesi dall’inizio dell’epidemia, per la prima volta medici e Istituzioni possono avvalersi di una serie di raccomandazioni che scaturiscono dall’analisi della letteratura scientifica internazionale sulle principali strategie terapeutiche – afferma Matteo Bassetti, Presidente SITA, Professore ordinario di Malattie Infettive, Dipartimento di Scienza della Salute, Università degli Studi di Genova e Direttore Clinica Malattie Infettive, Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova – le nostre due Società scientifiche hanno lavorato secondo una logica multidisciplinare – con il coinvolgimento di infettivologi, pneumologi, rianimatori e farmacologi – approccio fondamentale per la gestione di questa malattia e consolidato da tutte le strutture ospedaliere. Ora ci auguriamo che queste Linee guida possano essere tradotte come Linee Guida istituzionali dalle autorità sanitarie».
«Questo documento è il frutto della collaborazione tra le nostre Società scientifiche e conferma il lavoro comune svolto in questi mesi da infettivologi e pneumologi sul campo, per contrastare l’emergenza Covid-19 – afferma Francesco Blasi, Presidente SIP, Professore di Medicina Respiratoria, Dipartimento di Fisiopatologia e Trapianti, Università degli Studi di Milano e Direttore di Medicina Interna, Unità Respiratoria e Centro Fibrosi Cistica Adulta, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano – le nostre Linee Guida si basano su una metodologia stringente che ha prodotto raccomandazioni facilmente leggibili per il loro peso relativo e che, oltre alla loro coerenza intrinseca, sono allineate con le indicazioni delle Istituzioni come Agenas e Ministero della Salute e risultano in linea con le conoscenze attuali e le indicazioni di altre Società scientifiche».